Featured Posts Slider

Image Slider

16.11.19

A shame


Delusion
Confusion

A blessing time downtempo
in the middle of a dream inside.
26.8.19

Key loss


Blessed by demons,
loss by hand.

Mean shadow



Feeling blessed
by the quiet shadows of the night

Certain themes of glory
and (un)thrilled desires

Catching out the bounds of merry love
and silly care of loving

Lack of rumors in ancient
sand above.
23.1.19

Love behind you


Romance
without you.
22.1.19

W I S H


Una toccante voglia
mi consuma dentro,
tocca le vibranti corde del mio cuore.

Aleggia in me un profondo senso di inquietudine terrena
inappagabile gioia
e miste sensazioni di
dolore
felicità
mestizia
Una voglia immensa
di toccare il mondo
a piedi nudi
in punta di piedi
essere libera
come nessun altro è mai stato.

Marlud


- Sai chi c'è anche?...
Ludovico!
Mara scosse un poco le spalle, facendo spallucce.

Ludovico era una di quelle persone che, in fragoroso silenzio, repentinamente penetrano nelle altrui vite, vi si insinuano prepotentemente tracotantemente, per poi uscirne totalmente illesi.
E badano bene di tralasciare, sulle proprie orme, i segni di una vita stanca, devastante, racimolata a piccoli grandi passi, a piedi nudi, come su bracieri ardenti.
E non lasciano spazio agli intenti.
Quant'era dolce e soave, la piccola Mara.
Si era lasciata invaghire invischiare da quell'uomo il quale ne traeva succhiava ogni linfa vitale ed acerba, in cambio di un'assurda illazione idealizzazione che vi lasciasse intravedere uno spiraglio d'illusione che la rendesse felice, certa che il proprio amore sarebbe stato ricambiato.
Lui la guardava,
se ne impadroniva,
e poi
solo la pece.
Ma Mara ormai guardava a quel Mondo con disincantato distacco
e bufera.
Che ne sarebbe stato di lei, così candore, se vi si fosse incagliata come nave arenata alle scogliere della piaggia più remota, unica sua isola di salvezza capace di risollevarla rinsavirla, lei così a stento capace di deliberare se non a scapito danno proprio ed altrui.

Com'era bella Mara, con quei suoi slombati grandi occhi vasti color del latte, pregni di ogni magnanimità e bellezza verso il prossimo, colui il quale lei stessa avrebbe ritenuto degno di amare e da lei essere amato.
Ma il suo sguardo si annichiliva si celava si prostrava a quella dolce follia di sempre, quell'immaginosa peste che l'aveva intaccata sin da subito, alla prima vista di Ludovico.

Lui, coi suoi fervidi languidi umidi occhi bruni, impresenti stanchi del solito grigiume cotidiano, in cerca strenua di un qualcosa che solo lui era capace di formulare ed intascarsi senza ritegno alcuno, non senza impreviste conseguenze, qualcosa che, certo, era inevitabile non venisse repentinamente e consapevolmente compreso, e recepito dall'altrui gente.
Che questa sua spasmodica inquieta ricerca, fosse frutto ancestrale di una stanchezza ormai longeva e repentina che era caratteristica madre fondante del suo intrepido sguardo, era nota oramai a tutti.
Col passare degli anni, e superata ormai la soglia dei quarant'anni, Ludovico aveva visto e sentito troppo, in sua vita.
Troppi eredi, troppa serietà.
E non manchevole responsabilità.
Era arrivato per lui il fugace momento di intraprendere un itinerario del tutto nuovo, instancabilmente etereo e fallace.
Quel qualcosa cui si adduceva in precedenza, quasi a voler significare una sola cosa.
Che si fosse trattato di vero amore o di una semplice storiella di mezza giornata, quell'uomo avrebbe giocato tutte le sue carte, pur di guadagnarsi con la forza quel briciolo di cui lui, più d'ogni altra cosa, in quegli attimi senzienti della sua labile esistenza, sentiva viva la necessità.
E Mara, sì proprio lei, era caduta sentitamente, propensa, nella sua aracneica trama.
Ma ormai tutto questo più le apparteneva.
Tutto si era indissolubilmente dissolto liquefatto rarefatto.
Alla stregua di tutto questo, Mara si sentiva come gioire della imminente fortuna che le era capitata, una volta slegata svincolata dall'emblema dell'attrazione corporea intellettuale silenziosa.
Una strenua, nonché indicibile, ricerca di un'affinità elettiva mai esistita, se non nella sua larga piccola testa.

Tutto si era improvvisamente ristretto, intorno a lei, legata da un sanguineo scarlatto laccio emostatico ai cardini della Vita concupiscente, e la sua capacità decisionale era venuta meno.
Ahimé!, in qual sciagura si era avventata colei la quale mai nella sua misera instancabile esistenza, fino ad allora, era stata così minimamente presa in esame, se non unicamente da quelle tenaglie avvincenti assassine.
E, poiché tutto era lecito ormai, alla sua tenera candida età, ella si era prestata senza illecite ragioni a quel gioco ingrato e pericolosamente devastante.
A quel punto, era troppo tardi per tornare sui propri gracili passi, tutto si era instancabilmente evoluto in quella fine direzione, senza via d'uscita alcuna.
Una questione che non avrebbe avuto né capo né fine, un'avvisaglia contro il tempo incombente incessante, alla strenua ricerca di un appiglio di un senso proficuo che accomunasse entrambi, essi stessi complici della propria follia immane ed inetta.
Aldilà, e malgrado le apparenze, la giovane si fosse lasciata perpetrare da una logica, di fatto illogica, ed assenteista.
Si era lasciata andare alle grazie di lui, con la mera illusione che egli stesso le si protraesse come unico e solo barlume ed idillio speranzoso che accompagnava l'immaginario della piccola Mara da sempre, sin da fanciulla infante.
Ella era preda, sin dalla nascita, nonché a partire dalla tenera età, di un raziocinio sistematicamente adatto a qualsivoglia situazione le si proferisse innanzi.

Ma l'amore, puramente attrattivo, per quell'uomo che lei stessa, in tutti questi anni, in lunga fase di accecamento interiore, avrebbe illogicamente ritenuto essere la persona degna più di chiunque altro di amarla, la rendeva scostante ed algida agli amici, ai conoscenti, al parentado, a coloro i quali erano nientemeno che le sue due figure genitoriali.
Ammesso pure che i due amanti si prefigurassero un idillio pastorale perfettamente integro, degno di essere proclamato come tale, mai e poi mai essi avrebbero dato ragione del proprio essere.
Tutto, ma proprio tutto, era stato illegalmente premeditato ed oscuramente architettato.
Poco male, nel caso tale ragion d'essere fosse stata felicemente consenzientemente deliberata da entrambi.
La reale magagna, era che tutto era stato profondamente ingegnato dalla sola figura astratta di lui, il Male per eccellenza.
Mara era all'oscuro di tutto.
Perché il rispetto è una cosa, la perseveranza un'altra.
Poiché perseverare nel gioco e nello scherno, com'era tipico di Ludovico uomo con il sesso opposto, è segno di forte instabilità.
E ci rimette eccome, colui o colei che ne fa abuso smodato di tale perseveranza giocosa.
Non chi ne mette in atto, ma chi ne fa le veci.
E Mara aveva aperto lui le porte del suo Ego, alimentato a maggior ragione da ambiziosa promiscuità, vi aveva lasciato perpetrare qualsivoglia germe riconoscibile attraverso il filtro del danno.
E dell'incoscienza.
19.1.19

Anoxys


mosche di noia si riducono a sassi in polvere
strateghi di forme anossiche di vita moderna
congiunta.
18.1.19

Pulpito


Chi volge al fatto con estasi e concretezza,
i’l volge incredulo alle soglie della libertà e comprensione.